venerdì 13 novembre 2009

EDEN V LA VERA STORIA? NO ANCORA IPOTESI ED OCCHI CHIUSI...

Quella freddissima sera, quella nave si insabbiò semplicemente perchè si mise di traverso per coprire la spola dei gommoni dal vento forte. Il capitano non si accorse però che quel tratto di costa è particolarmente pericoloso con quel vento , causa i fondali troppo bassi...
Furono scaricate armi droga e soprattutto sigarette! La cosa che più mi dà ai nervi è che lo sa tutta la popolazione(avendo fumato per tre o quattro mesi) ma mai nessun giornalista è stato capace di interrogare i presenti al momento del naufragio, cioè tutta la popolazione lesinese e chi era "in servizio" quella sera....

Oggi ho visto il servizio d'inchiesta su rainews24 in cui si vedono imprecisioni giornalistiche riguardo al cosa ci faceva quella nave il quel punto e quei bidoni da dove escon fuori.
La cosa và analizzata per gradi altrimenti non si capisce più niente.....

andiamo quindi per punti temporali:

1° punto : si insabbia la nave, qualcuno dell'equipaggio scappa, qualcuno viene preso dalle forze dell'ordine ecc... ecc...
Tutta la popolazione Lesinese si riversa sulle spiaggie a guardare lo spettacolo(come al solito succede)

2° punto: arriva la pasquetta e tutti sulla nave, intanto gli sciacalli più furbi hanno già fatto bottino dal giorno dopo l'arenamento, depredando sigarette, strumentazioni di bordo ecc..
E GIA' QUI NON RIESCO A CAPIRE PERCHE' LA GUARDIA COSTIERA E TUTTI GLI ALTRI HANNO RIFERITO CHE LE STIVE ERANO VUOTE E CHE LE ZAVORRE NON ERANO ALLAGATE... NON E' VENUTO IN MENTE A NESSUNO CHE FORSE LE ZAVORRE ERANO GIA' PIENE, E NON DI ACQUA?

3°punto arriva l'estate e la maggior fonte di turismo è la nave, tutti i bagnanti di Marina di Lesina DEVONO fare per forza la passeggiata alla nave, anche io quindi . E ricordo gente che si intrufolava nella nave sia dalla falla di prua sia dalla scaletta che pendeva dalla murata di dritta, portando fuori scatoloni di sigarette regolarmente bagnati che poi lasciavano asciugare al sole sulle terrazze di Lesina e dintorni ( chi ha avuto fortuna ha trovato stecche addirittura asciutte).

4°punto: qualcuno chiama Striscia la notizia che comincia a fare un'inchiesta sull'inquinamento dell'eden v causa sfaldamento della struttura e riversamento di ruggine, mettendo fretta alle amministrazioni che incuranti e frettolosi combinano questo : Video edenV
Dopo di che Striscia non s'è fatta vedere più, ignorando il dopo, cioè il vero disastro.....

5° punto: Tutti i Lesinesi se lo pigliano in quel posto perchè la nave rimarrà per sempre a fare l'attrazione turistica come un relitto di Fuerteventura.

Ora nel video dell'amico Primiano si vede benissimo da quanto tempo e a chi appartengono quei bidoni, ora è il caso di ingarbugliare la faccenda addirittura col contatore Geiger e 20 anni dopo attribbuirli al carico della eden v??
Che motivo c'è di allarmare la popolazione con un dossier che per forza deve dire che quella nave trasportava rifiuti tossici?
Può pure essere che ne abbia trasportati e che ne abbia scaricati in mare, ma le prove?
Se esiste un sentore di un'abissamento di scorie e rifiuti in mare perchè allora non si manda qualcuno ad analizzarli o ad almeno individuarli?

Comunque per me l'Eden V non è un pericolo radioattivo , ma rimane sempre e comunque un disastro ecologico di cui nessuno si è mai occupato della rimozione in modo serio. ED E' QUELLO IL VERO REATO!
Di casi simili ce ne abbiamo tantissimi, ma ora è moda e allora....

Davanti le coste di Cagnano Varano c'è ancora un bombardiere americano completo di bombe, qualcuno l'ha tolto? qualcuno se n'è fatto carico di analizzarlo? e quante altre cose ci sono, oltre a quelle portate dalle correnti?

E' facile dire ci sono i bidoni sulle spiaggie di Marina di Lesina, se è per questo ci sono anche neon, lampadine , bombole di gas,bottiglie, tronchi, scatole, buste, reti,contenitori vari, catrame, pezzi di giocattoli, plastiche varie, ruote di auto complete, gomme, sedie da campeggio, Siringhe e materiale sanitario vario, pezzi di automobili, ante, materiale ferroso, e se ci fate caso tantissimi bastoncini di cotton fioc. Ma tutto questo non è da attribuire solo alle navi, specialmente in quel tratto di spiaggia, infatti quel tratto FERMA le correnti che fiancheggiano le nostre coste lasciando di tutto, specialmente quando si hanno le piene nei fiumi che sboccano nell'Adriatico.

Es. se il drogato di Torino butta la sua lurida e schifosa siringa infetta nel Pò, questa me la ritrovo sotto la nave a Lesina due o tre mesi dopo perchè ha semplicemente seguito le correnti, ora chi è il porco io o lui? Ora immagginate durante le piene che portano via tutto, cosa possiamo ritroviare a Lesina?....(poi ci tocca pure pulire e prendere silenziosamente le bestemmie del torinese che viene in vacanza) e secondo voi non scappano anche i bidoni durante le piene?

martedì 20 ottobre 2009

OPERE SU LESINA 3--LE CHIESE D'ITALIA: DALLA LORO ORIGINE SINO AI NOSTRI GIORNI; OPERA, VOLUME TRE DI GIUSEPPE CAPPELLETTI 1845

(LA SCOPERTA DELLE RELIQUIE DI SAN PRIMIANO)

......... A'25 dello stesso mese il divoto indagatore celebrò la messa sull'altare a sinistra , e ,e fatte le presi solite, diede principio allo scavo anche la; e similmente quattro palmi sotterra, trovò un lungo e grosso marmo, che copriva due casse pur di marmo , una delle quali offriva sul coperchio l'indizio S.SABINVS CANVSINVS, e dentro colle ossa, a cui stava unito anche il teschio, era una lamina di piombo, sulla quale leggevasi: S.SABINVS CANVSINVS PONTIFEX LESINENSIS; nel coperchio dell'altra cassa e sulla dentrovi lamina di piombo unita alle ossa racchiuse era inciso S.EVNOMIVS.
All'indomani in somma , sotto lo stesso altare di mezzo, trovarono un'altra cassa, contenente molte ossa e la lamina di piombo; su cui egualmente che sul coperchio si leggeva S.ALEX ET S. VRS. VIRG. ET MART.
Addi 27 ne trovarono un'altra più sotto: v'era scolpito in carattere più antico delle altre S.TELLVRIVS.
Ma accortosi il Marra che i Lesinesi macchiavano qualche furto su quel sacro bottino, ne diede sollecito annunzio ai governatori giuspatroni della santissima Annunziata di Napoli, e si pose intanto a farne più diligente che mai sentinella. Vedendo quei cittadini perciò l'impossibilita dell'impresa, ne soffrendo di essere spogliati di quei preziosi pegni della religione dei loro padri, offrirono al Marra mille ducati d'oro per ogni cassa, purchè loro le consegnasse:ma indarno, perciocchè ai 2 di marzo del seguente anno 1598 arrivarono a Lesina con uno dei governatori della basilica giuspatronale alcuni apostolici inviati, con ordine di trasportarle tutte a Napoli, siccome fecero nel di 4 del mese stesso. Ebbero per altro la diligenza di lasciare alla città una reliquia di ciascuno dei sacri corpi, perchè non ne restasse intieramente spogliata. Anzi nello stesso giorno dell'arrivo dei suddetti inviati, alla presenza di loro volle il Marra continuare l'interrotto scavo del pavimento intorno all'altare di mezzo, e si trovò un'altra cassa di marmo con entro altre ossa e una lamina di piombo: leggevasi sul coperchio S.PRIMIANVS, S.FIRMIANVS, e sulla lamina SS.PRIMIANVS ET FIRMIANVS.
Le sacre reliquie di tutti questi santi furono collocate provvisoriamente nella chiesa della Pietà di Napoli , finchè se ne dispose onorevole pompa per trasferirle alla basilica della santissima Annunziata.
Ne parlerò di nuovo quando narrerò della chiesa di Napoli.

Continua.......

OPERE SU LESINA 2--LE CHIESE D'ITALIA: DALLA LORO ORIGINE SINO AI NOSTRI GIORNI; OPERA, VOLUME TRE DI GIUSEPPE CAPPELLETTI 1845

(LA SCOPERTA DELLE RELIQUIE DI SAN PRIMIANO)

...........Ed eccomi a tale proposito a mantenere la promessa di descriverelo stato qual era al momento della visita fattale dal sacerdote napoletano Aurelio Marra, per commissione dei rettori della chiesa della santissimaAnnunziata in Napoli, al cui giustpatronato, siccome dissi, era soggetta la chiesa di Lesina.

Addi 22 novembre 1597 giuns'egli in città: i sui primi passi furono alla chiesa dell'Annunziata, cui appena poteva servire per celebrar la messa, tanta era la rovina in che si trovava, specialmente nel tetto, già in più punti caduto. Accompagnato dal sagrestano di essa, e da molti altri ecclesiastici e secolari, avviosi verso l'antica cattedrale, non di molto discosta.
Non vi sorgevano che mura e l'erba, e gli sterpi cresciuti sulla somma di queste facevano chiaramente conoscere, che da più e più anni era priva di tetto: non più finestre, non più porte, non più in somma verun vestiglio di sacro tempio. Una ben grossa ficaia selvatica confermava, come dinanzi ho notato, l'antica dell'avvenuto eccidio.
Tutt'al più, si trovava un qualche indizio di chiesa nella diroccata tribuna.
Perlustrando intanto diligentemente quel luogo, si trovarono sparsi al suolo de bassirilievi, delle pietre con iscrizioni a caratteri lombardi, ma infrante e logorate così da non poterne rilevare parola. Benzi da una pietra lunga dieci palmi ed alta due e mezzo, cui dicevano aver servito di ornamento alla porta principale del tempio, poterono rilevare alcune figure, ciascuna delle quali aveva anche il suo nome, scolpitovi in abbreviatura: nel mezzo era effigiato il Salvatore; a destra S. Primiano, già titolare del tempio,S.Firmiano, S.Sabino vescovo , S Eunomio vescovo; a sinistra S.Pascasio abate, sant'Orsola, S. Alessandro, S.Telluro.

Proseguendo colle loro indagini, videro due aperture, che davano ingresso, ciascuna per mezzo di una scala, alla confessione o sotterranneo, a cui gli sterpi e i cespugli da molto tempo cresciuti facevano le veci di porta. Con grande fatica vi discesero: ne trovarono sostenuto il volto da varie colonne di elegante forma e di ben antico lavoro. Cinque altari di fronte sorgevano tuttavia: su di ognuno stava una cassa di legno, entro cui una figura intagliata similmente in legno, in abito benedettino, col pastorale nella destra, un libro nella sinistra. In quella dell'altare di mezzo era l'effige di S.Primiano, tenente in mano un ramoscello; in un'altra era S.Sabino, vestito da vescovo, con mitra in capo, pastorale nella sinistra, e colla destra in atto di benedire. Era cosa maravigliosa, che in un sotteraneo così abbandonato, a cui avevano libero accesso i rettili gl'insetti e qualunque altro immondo animale, sotto un pavimento erboso e pieno di sterpi, ed esposto a tutte le intemperie dell'aria , non vi fosse indizio della minima umidità. Si notò anche una colonna forata , a cui costumavasi legare gli energumeni per ottenere la guarigione.

All'indomani che era giorno di Domenica, il Marra volle offerire il santo sacrifizio su quell'altare di mezzo; Siccome fece anche nel susseguente giovedì. Recitate poscia le litanie ed altre preci, posero tutti mano a scavare intorno a quell'ara, sulla sicurezza di dovervi trovare qualche sacro tesoro. E lo trovarono: imperciocchè , giunti a quattro palmi di profondità, scoprirono una cassa di marmo, lunga quattro palmi e larga poco più di uno. Apertala vi trovarono molte ossa, a cui era sovrapposta una piccola lamina di piombo larga tre dita e lunga tre, la quale offriva la parola
S.PASCHASIVS ; e nell'inferior parte del coperchio della cassa, anch'esso di marmo , era scolpito: S.PASCHASIVS CONFESSOR. Subito per tutta la città si fecespargere il lieto annunzio; si canto solennemente il TE DEUM; si ricopri la cassa, vi si fece accendere un lume, si assicurò ogni ingresso al sotterraneo; nè per quel di si fece di più.

Continua.....

OPERE SU LESINA--LE CHIESE D'ITALIA: DALLA LORO ORIGINE SINO AI NOSTRI GIORNI; OPERA, VOLUME TRE DI GIUSEPPE CAPPELLETTI 1845

Dopo l'anno 1567, secondo il Sarnelli e l'Ughelli, cessava di aver sede vescovile la chiesa di Lesina, ed alla beneventana ne passava ogni spirituale giurisdizione. Non era di antica data cotesto vescovato, come non lo era neppur la città. Essa era stata febbricata alle falde del monte Gargano da alcuni pescatori dalmati dell'isola di Lesina, i quali perciò appunto le diedero questo nome. In seguito la devastarono e la distrussero intieramente i saraceni; era risorta dipoi, e nel 1411 la regina Margherita, madre di Ladislao re di Napoli, ne aveva donato tutte le giurisdizioni ed appartenenze alla chiesa e all'ospitale della santissima Annunziata di Napoli.
Era anche Lesina tra le suffragane dell'archidiocesi di Benevento, e se ne scorge tuttora effigiato il vescovo sulle porte di quella metropolitana: perciò lo era sino dalla metà almeno del secolo XI. Poche notizie ci rimasero intorno a questa sede vescovile; perciocchè le invasioni dei barbari ce le inviolarono. Dai libri concistorali apparisce, che nel 1459 il Papa Pio II la unisse alla mensa arcivescovile di Benevento. Sisto IV, tredici anni dipoi, ne rialzò la cattedra episcopale, cui alla fine, come in sul principio ho narrato, ritornò a formar parte del beneventano arcivescovato.
L'Ughelli incominciò la serie dei vescovi di Lesina soltanto nell'anno 1250: ma non v'ha dubbio, che anche prima di quella età non ne abbia avuto. Tra questi sembra ormai dimostrato , che avesse luogo, benchè s'ignori in qual anno, un SANTO SABINO, le cui reliquie furono trovate nella cattedrale lesinese nel 1597, donde nell'anno seguente furono trasferite a Napoli e collocate nella chiesa giuspatronale della santissima Annunziata. Pare anzi, che tra i vescovi di questa sede abbia avuto posto anche un SANT'EUNOMIO, di cui similmente furono ivi trovate le ossa e a Napoli, con quelle di molti altri martiri, trasferite: anch'egli infatti aveva l'indicazione di vescovo al pari di S.Sabino. Ma di siffatto ritrovamento narrerò alla sua volta le circostanze.

STORIA DEL NOME DI LESINA, UNA PICCOLA SCOPERTA

Tutti eravamo convinti che il vecchio nome di Lesina fosse Liesina, ma non è così

Dovremmo fare un correzione su questo.

Mi sono imbattuto su alcuni dizionari del 1833 e del 1846.
Il primo è un dizionario dal nome "Corografia dell'Italia" di Giovanni Rampoldi,
il secondo dal nome"Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica: Da S.Pietro ai nostri giorni"
di Gaetano Moroni Romano.

Su tutti e due i dizionari, alla voce Lesina c'è scritto:

Lesina o LESIRIA

Mentre il nome Liesina che usavamo per etichettare la nuova Lesina, non è altro che il vecchio nome di Lesina di Hvar, l'isola dalmata.

Altri testi sempre dell'ottocento danno sempre il nome Lesina o Lesiria per indicare il nostro paese, ma mai il nome Liesina.


Altri carteggi che ho incontrato del 1400/1500 indicano il Nostro paese con il nome di Lexina e non di Alexina, infatti questo nome viene indicato anche in altri dizionari alla voce lesina.

mercoledì 13 maggio 2009

LESINA, ECCO COM'E' FATTA UNA NATRICE

Oggi facendo un giro intorno al lago ho scovato alcune natrici in una barca ormeggiata nel canale del primo impianto idrovoro in contrada Caniglia di Sotto. Fortuna che questa volta avevo la macchina fotografica e ricordandomi di alcuni post antecedenti dedicati ai nostri serpenti, ho deciso di fotografarle da vicino.
Ne erano tre, ed erano anche molto impaurite visto che non avevano vie di fuga.



Lo scopo delle foto e del post è farvi conoscere questo animale , in modo da non farvi prendere dal panico durante un'ipotetico incontro.
Innanzitutto voglio farvi presente che questi rettili non vanno uccisi per nessuna ragione, quindi se ne incontrate uno non ammazzatelo, perchè è un'elemento molto importante della catena alimentare come del resto lo sono tutti i serpenti presenti nel nostro territorio.
Non voglio dilungarmi con lezioni di erpetologia(anche perchè non ne sò niente nemmeno io), ma riallacciandomi al post precedente voglio mostrarvi semplicemente com'è fatta una natrice.
Questo esemplare fotografato è lungo più o meno 50 cm. Cosa molto interessante è il suo colore che sfuma come una scacchiera dal nero al marroncino.
Come la maggior parte dei serpenti non velenosi, ha gli occhi rotondi e non presenta bozze molto pronunciate ai lati posteriori della testa.
Ho deciso di catturarla per mostrarvela meglio, ma soprattutto per farvi vedere che non ha denti veleniferi
Quello che ho fatto oggi non è permesso, ma visto lo scopo educativo , mi son permesso di farlo trattentendo la natrice per poco tempo, in modo da non dare fastidio più di tanto.
Uccidere serpenti è da incoscenti e quello che ci spinge a farlo è la nostra ancestrale paura e la scarsa conoscenza di questi animali.

Questi animali, che siano bisce, vipere ecc, svolgono un'importante lavoro di pulizia. Senza di loro saremmo invasi da roditori ed altri animali che se in numero eccessivo distruggerebbero l'ambiente e soprattutto avremmo la totale distruzione di quella diversità faunistica che da sempre contraddistingue il nostro Gargano.

Ah dimenticavo, la natrice fotografata è stata logicamente rilasciata e non ha subito nessuna ferita...si vede bene nel suo salto di fuga.....

domenica 8 marzo 2009

L'AVIAZIONE AMERICANA A LESINA

Ragazzi , la conferenza di ieri sera è stata davvero interessante. Gli organizzatori e relatori hanno esposto tantissimo materiale . Come affermano è tutto frutto di ricerche che durano da anni, ricerche che hanno incrociato documenti fotografici a sopralluoghi e a testimonianze di chi c'era in quell'epoca. Molto interessante è stata la visione di foto aeree dell'epoca della zona di Foggia e dei risultati archeologici che esse mostravano.

Hanno parlato anche di gente di Lesina che puntualnente lavorava nel campo, lavori di cui io non ne ero a conoscenza . Molto interessante è stato anche il perchè l'aerodromo è stato costruito a Lesina , forse parentele di chi decise dove fare l'aerodromo ed il proprietario dei terreni nel comune di Apricena dove inizialmente s'era deciso di farlo perchè già esistente un Hangar e una mezza pista.

Davvero tanto materiale , e anche tanto interesse da parte del pubblico presente in sala ,quindi sentiti complimenti agli organizzatori ed ai ricercatori.

venerdì 6 marzo 2009

L'AVIAZIONE AMERICANA A LESINA

Questa è la foto della visuale che si ha dal perfetto allineamento della pista dell'aerodromo. Comparandola all'altra foto, è evidente che la pendenza scompare all'occhio umano. Infatti si nota solo dal palo che è storto nella foto. Palo che è perfettamente a piombo, ma la stessa visuale inganna l'equilibrio umano, facendo risultare stranamente la piana perfettamente livellata.


All'interno di questo campo di grano è ben visibile il vecchio selciato , che continua lungo tutta la vecchia pista, lasciando immaginare perfettamente la lunghezza
In questa foto ( sotto) scattata a Lesina, il pilota Bruce Cobb aveva appena fatto un'atterraggio non proprio da manuale, piegando un'ala ed una pala dell'elica, oltre a rompere il carrello e le gomme.
La forte velocità lo portò addirittura ad arrivare nei pressi del lago che dista più o meno 1 km dalla fine della pista.( "n'nan z ù bufalar" per intenderci).

mercoledì 4 marzo 2009

L'AVIAZIONE AMERICANA A LESINA



Vi posto alcune foto del luogo in cui si trovava l'aeroporto.

Uno dei cerchi che si vedono dal google earth.
Anche se l'agricoltura ha fatto il suo corso , la massicciata dell'aeroporto è rimasta al proprio posto mescolandosi con il terreno a causa di 50 anni di arature.
Come è ben visibile dalla foto in basso, il territorio dove era situata la pista non è perfettamente livellato e pianeggiante. Per questo molti dei piloti del checkertail clan sfasciarono i loro aeroplani in fase di atterraggio, testimoniando che la pista di Lesina non era proprio una delle migliori per quella fase di volo.
Guardando la pista da un'altra angolazione, e precisamente da quella dell'allineamento con essa, il percepimento del dislivello scompare totalmente , facedo figurare una piana liscia e perfettamente lineare.



P.s.

Purtroppo oggi la connessione non mi permette di postare ulteriori foto, prendo l'impegno di farlo al più presto, immettendo anche la visuale dell'allineamento alla pista e la sua massicciata(all'epoca coperta dalle listelle di acciaio concatenate l'una all'altra).

L'AVIAZIONE AMERICANA A LESINA

Sono contento.
Sono contento che uno dei miei format abbia suscitato interesse da parte di alcuni miei compaesani nella ricerca della storia del campo d'aviazione americano a Lesina. Infatti giorno 7 marzo 2009 ci sarà un convegno sull'argomento, al quale non dobbiamo mancare assolutamente.

ricordo i post precedenti

http://lesinabloggata.blogspot.com/2008/04/laviazione-americana-lesina-durante-la.html
e successivi , che potete trovare nell'archivio blog del mese di Novembre del 2008.





lunedì 9 febbraio 2009

LA ROSA DEI VENTI LESINESE

La rosa dei venti lesinese è un pò diversa da quella convenzionale, perchè attribuisce nomi diversi ai venti e a volte li scambia anche. La rosa dei venti lesinese ha nomi differenti perchè Lesina è situata in una parte troppo esposta ai venti del nord e meno a quelli del sud ( tranne lo scirocco), quindi alcuni venti arrivano diversamente ad altre località dell'Adriatico.

Vado ad elencarli quindi con riferimento ai punti cardinali ed ai punti più in vista di Lesina. Riporto solo nomi e provenienze antiche , semplicemente perchè negli ultimi anni non si nominano più tutti i venti e brezze per semplice comodità.

MAISTRAL : da nord ovest. Carico di umidità fà sentire il caldo appiccicoso d'estate e la sensazione di assideramento d'inverno, se spira dopo un nubifragio porta via le nuvole.
Si prevede quando si vedono nubi solo sul Gargano.

TR'MND'AN( tramontana): da nord. Porta pioggie e freddo, ed è di norma anticipato da due o tre giorni di favonio. Si prevede quando c'è un'alone scuro verso Marina di Lesina, e l'acqua del lago tende ad inscurirsi alcune ore prima.(dura tre giorni)

TR'MND'ANA GRECA: da nord est o nord est est, porta pioggia nel primo caso e neve nel secondo. Viene anch'essa preceduta da favonio e alcune ore di lieve ponente(majlles). Dura una settimana.

SC'ROCC: da est, di solito spira d'estate ed è una brezza marina, prevede giorni di buon tempo e spira dalle ore 10:30 del mattino fino alle 6:50/7:10 nei pomeriggi di Giugno e 6:25/35 nei restanti mesi estivi.

GR'CAL : da sud est, porta pioggie improvvise ma lievi, di solito ( e soprattutto negli ultimi anni) dura poche ore ed è sempre più raro.

Favugn : da sud sud ovest: Potrebbe portare pioggie d'inverno e tanto caldo d'estate. Si prevede con l'alone scuro a sud, verso i cieli di San Severo per intenderci, e precede i venti da nord.
Mai allontanarsi dalla riva del mare se si fà il bagno, ed in questo caso è meglio sparire del tutto dalle spiaggie. Stare attenti anche alle vespe e alle api.

T'RRAN : da sud est, vento caldo di giorno e fresco di sera. Si avverte una fragranza tipo vaniglia e se spira forte porta ad un'invasione di moscerini . Detta la fine del favonio soprattutto nelle sere estrive. Con questo vento i calabroni sono particolarmente combattivi.

PUNEND: da ovest, vento impetuoso ed improvviso, porta tempeste, forti temporali, trombe d'aria, ma dura relativamente poco, lasciando posto ad altri venti del nord. Si prevede solo qualche ora prima, quando tutti gli altri venti si placano di colpo lasciando bonaccia immediata ed elettricità nell'aria.

Majlles: qualche grado sopra l'ovest, ( dalla majella) prevede freddo e venti forti ed asciuga l'aria velocemente favorendo le nevicate. Precede i venti da nord ed in particolare la tramontana greca.

venerdì 2 gennaio 2009

COME PULIRE L'ANGUILLA

pulire l'anguilla , non è difficilissimo ma facciamolo correttamente

Prima di tutto tagliate la testa dell'anguilla fino a raggiungere la spina senza tagliarla del tutto(per chi non piace toglierla a fine pulitura).




dopo incidiamo l'anguilla per tutto il corpo in porzioni di 2 o 3 cm sempre fino ad arrivare alla spina ma senza inciderla del tutto




usate sempre della carta o comunque un piano di facile pulitura , perchè si fà abbastanza casino



una volta finita l'operazione, tagliamo i tranci in senso longitudinale .



successivamente asportate le interiora



dopo di che lavatela in acqua corrente togliendo le eventuali parti di interiora rimaste, il sangue e il muco.



una piccola curiosità, come si riconosce l'anguilla di Lesina alla vista?


come potete notare dalla foto , il ventre dell'anguilla è giallino rispetto alle altre di colore bianco brillante. A differenza delle altre anguille quella di Lesina , risulta più gustosa e molto più tenera. Un consiglio cucinatela sempre freschissima e mai congelata, perchè se cosi fosse allora l'anguilla diventa dura e cambia sapore irrimediabilmente.